Ci siamo ragazzi!
Dopo 5 anni di corsi, esami e lavori di gruppo; 7 mesi all’estero per preparare
la tesi, nottate passate su modelli a elementi finiti per simulazioni a tre
cifre decimali, pomeriggi interi per scegliere il vestito giusto (non parliamo
delle scarpe): il gran giorno è arrivato! Vi state laureando!
Non avete mai
dormito la sera prima, adrenalina a mille! Non solo perché sapete che
(ovviamente) il Preside di facoltà burbero e pignolo è nella vostra
commissione, ma anche perché vi rendete conto che è tutto finito: usciti da
quell’aula vi si apre una nuova vita, il mondo del lavoro, niente sarà più come
prima. Quindi in realtà è un misto di eccitazione e paura folle dell’ignoto.
In ogni caso…oggi
si laureano tutti, ma proprio tutti, quelli che hanno iniziato con voi 5 anni
fa! Quelli con cui avete condiviso le nottate sui progetti e i pomeriggi di
studio, le serate fuori e le vacanze; che siete andati a trovare in Erasmus e
che sono partiti con voi per paesi lontani. Siete tutti lì! E non vi volete
perdere neanche una delle loro discussioni.
Siete tra i primi
(l’ordine alfabetico vi ha sempre salvato) e ora che avete finito…vi godete il
momento degli altri!
“Cara, è quasi ora
di pranzo. Papà ha prenotato in quel ristorante di pesce vicino a casa, quello
in cui hai insistito tanto per andare. Tra poco ci incamminiamo, raggiungici
pure con calma, quando vuoi. Tanto sai dov’è, vero?” Vostra madre vi si
avvicina con discrezione mentre il relatore introduce uno degli studenti.
“Certo che so dov’è! Lì sulla sinistra.” “….vuoi che ti aspettiamo?” “Mamma,
andate pure. Vi raggiungo appena hanno finito tutti, sarà tra un’oretta”
Sono ormai passate
quasi due ore da quando avete detto a vostra madre di andare: salutate, vi
complimentate e correte verso la fermata del tram. Non correte troppo
velocemente per non rovinare la piega perfetta che siete riuscite a fare la
mattina, e per evitare di arrivare completamente sudate a pranzo, e alla
successiva proclamazione delle 4 di pomeriggio.
10 minuti di attesa
per il vostro tram, ovviamente ne passano tre dell’altra linea prima che arrivi
il vostro. Utilizzate il tempo del viaggio per rispondere a messaggi e per
organizzare la serata di festeggiamenti.
Scendete e mentre state
ancora scrivendo, telefonando, e cercando di rimanere in piedi con anche la
borsa pesantissima appesa al braccio, entrate nel ristorante “Buongiorno, la
mia famiglia è già qui per il pranzo di laurea” “Prego signorina,
congratulazioni e si accomodi” entrate nella sala principale: soffitti a volta
in mattoni rossi e profumo di carne alla brace appena cotta. Mamma aveva detto
ristorante di pesce…forse…va beh, avevo altre cose per la testa stamattina:
avrò sicuramente capito male.
Vi guardate in
giro: nella sala principale non ci sono…ma certo: ci hanno messo nella saletta
separata, per stare più tranquilli! Non ci sono neanche lì…
Vi girate deluse
verso il cameriere che vi ha fatto strada: “Ma si sono nascosti? Non mi hanno
aspettato?”
“Signorina, è
sicura di essere nel posto giusto?” “Certo che si” “No perché qui, poco più
avanti, c’è un altro ristorante, dove si mangia pesce…qui è solo carne”
Solo adesso
realizzate: quando mamma vi ha chiesto se fosse stato il caso di aspettarvi,
aveva già intuito cosa sarebbe potuto accadere…dopo tutto, due ristoranti uno
di fianco all’altro: neanche l’avessero fatto apposta…!
Il cameriere vi sta
ancora guardando: “…a questo punto sono confusa…lei potrebbe avere ragione,
sa?! Facciamo così: mi riservo di andare a controllare anche nel posto che dice
lei…nel caso, torno indietro” questo è quello che riuscite a dire, prima di
uscire pensando che, finché la gestione del locale non cambia, non andrete mai
più a cena lì.
Percorrete poco
meno di 100 metri, entrate nel posto che dovrebbe essere quello giusto:
“Buongiorno, la mia famiglia dovrebbe…” “Dottoressa, congratulazioni! Cominciamo
con una frittura leggera anche per lei e un bicchiere di bollicine per un
brindisi iniziale?!”
Raggiungete la
vostra famiglia e prendete posto a tavola con un sorriso smagliante, di fronte
a voi vostra madre. “Ti stavamo aspettando…..hai sbagliato posto prima di
arrivare qui, vero?!”
Non potete darle
questa soddisfazione: “Che assurdità! Il ristorante l’ho scelto io…!”