lunedì 30 marzo 2015

Paris, j'arrive!

Siete impazienti, elettrizzate ed emozionate: il vostro primo viaggio a Parigi! Un gruppo di amici è lì per il primo fine settimana di marzo, e avete deciso di raggiungerli. Riuscite a uscire un paio d’ore prima dall’ufficio e vi catapultate a Malpensa! Atterrate giusto per l’ora di cena e per fare una passeggiata notturna sugli Champs Elysee.
Il giorno dopo vi staccate dal gruppo con un amico, che dice di conoscere bene la città per esserci stato diverse volte – dice…esattamente come ha detto di sapere il francese. Questo succedeva prima di salire su un taxi e dare indicazioni per l’albergo dicendo “Rue Jacob twenty one”.
Dopo avervi fatto sbagliare la fermata della metropolitana ed essersi perso nei 10mq di una piazzetta di Montmartre – a soli 5 metri di distanza da voi, decidete di prendere il comando della situazione e di diventate le responsabili della cartina!
Arrivate alla Basilique du Sacré-Coeur: “Entriamo, vai verso la porta di destra” vi dice lui. Vi fate spazio tra la folla e raggiungete la porta…da cui però un flusso di pellegrini sembra stia uscendo – vi girate: “Non so se ce la faccio, guarda quanta gente…” “Vai vai! Tieni la destra e stai contro al muro!” non volete dargli l’ennesima delusione: non ha più neanche in mano la cartina…ci provate, solo per lui! Ma dopo 5 minuti di tentativi e 3 metri percorsi, ormai schiacciate contro la porta in bronzo, cercate di girarvi “Secondo me non ce la facciamo…” “Vai vai” e questa volta vi spinge anche per farvi avanzare tra la folla. Portate pazienza ancora qualche minuto e provate a procedere contro corrente, fino a quando una guardia vi si mette davanti e, come se stesse parlando con dei bambini di 2 anni, a gran voce si limita a dire “Entrè, entrè” indicando la porta sul lato opposto. Vi girate a guardare Lui, che ancora sta provando a spingervi nella direzione opposta, e con l’espressione del “te l’avevo detto” lo trascinate verso l’ingresso giusto!
Imponente e meravigliosa, siete affascinate dai mosaici, dai pavimenti e dall’altezza delle cupole. Il sole del primo pomeriggio filtra dalle vetrate e crea dei giochi di luce sulle pareti di marmo bianco.
Avete seguito il flusso dei visitatori tra le navate laterali e dietro all’altare, o meglio: vi hanno trascinato – impossibile fermarsi! Riuscite a guadagnarvi uno spazietto in una nicchia in cui c’è una stupenda acquasantiera vicino alla porta, e vi fermate a contemplare tutta la navata prima di uscire e scendere verso Pigalle.
Avete perso la cognizione del tempo, cercate di imprimere nella vostra mente ogni tessera di mosaico e venatura del marmo per conservare il ricordo più nitido possibile. “Difficile andare via vero?” il vostro amico vi si avvicina “eh si, hai ragione!” Con fare gentile ed educato vi dice “Prenditi tutto il tempo che vuoi, non abbiamo fretta. Anzi, facciamo così: rimaniamo ancora un po’…contiamo fino a 5 e poi andiamo via!”.
Contiamo?! Ma non potevo prendermi tutto il tempo che volevo?! Per contare fino a 5, possiamo anche uscire subito! Dimmi che mi aspetti fuori piuttosto…siete senza parole e lui si accorge della vostra espressione incredula. Mannaggia, c’è rimasto male. Alla fine vi sta accompagnando in giro - va beh, in realtà siete voi che trascinate lui – sicuramente voleva essere un gesto gentile: sorridete. Ma prima che voi possiate rispondere con una frase ironica e simpatica, lui vi precede – vi dirà che stava scherzando, che ci sono tante altre cose da vedere…e invece no. Con il sorriso di chi ha trovato la soluzione, vi dice “Non ti preoccupare, se vuoi possiamo contare fino a 10…”

Ecco, come direbbero i francesi: ca va sans dire!