martedì 12 maggio 2015

Chi vive sperando, muore...digiuno! [cit. B. Franklin]

Vi siete lasciati da 2 mesi, stavate assieme da 4 anni: una vita considerando che siete poco più che ventenni. Era finita, è finita! Ne siete convinte. Siete cresciuti assieme: liceo, maturità, università, vacanze al mare, sciate in montagna. E poi…basta! Non ce la facevate a lasciarlo, così avete provato a farvi lasciare da lui, ma…niente! Alla fine gliel’avete detto, la frase che distruggerebbe chiunque: “Ti vedo solo come un amico”. Lui si dispera: piange addirittura (e l’unica volta in cui l’avete visto piangere è stato l’ultimo derby che ha perso il Milan). Con il tempo, passerà.

Sono passati 2 mesi e vi sembra anche che lui abbia smesso di pubblicare le vostre canzoni e post strappalacrime su facebook: forse è passata la fase in cui vi considera una stronza senza scrupoli, si sta rifacendo una vita, esce con gli amici, ha iniziato addirittura ad andare a ballare…o forse no?! O forse si sta disperando, sta soffrendo ancora, mentre voi tutti i martedì sera uscite a cena con le amiche e il venerdì andate a divertirvi ogni volta in un locale diverso…non si è ancora ripreso ed è tutta colpa vostra. Ed eccolo lì, farsi strada tra i vostri pensieri come un serpente a sonagli il Senso di Colpa. Ammettetelo a voi stesse: vi sentite terribilmente in colpa! Non avreste mai voluto ferirlo, siete state sincere, oneste con lui…e crudeli: terribilmente ingrate nei sui confronti! Lui ha rinunciato a….a….beh, vi verrà in mente per cosa lui (almeno una volta) ha rinunciato per voi, e voi invece?! Alla prima occasione gli avete detto che per voi è “solo un amico”.

Non ci dormite quella notte e la mattina dopo prendete coraggio e gli scrivete un sms: “Ehy, ciao! È da un po’ che non ci sentiamo, come stai?”
“Mi ha scritto! Dopo due mesi mi ha scritto!” Eccolo lì, lui sta saltando sul divano: stava cercando su google i luoghi di assoluto isolamento per andare a finire i suoi giorni senza di voi in Alaska, sperando di morire di ipotermia…quando voi, la ragazza che lui aspettava da ben 2 mesi e che non aveva mai neanche provato a richiamare perché “mi conosci troppo bene: più mi cerchi più mi allontano da te”, gli avevate detto! Rimane quasi sconcertato ma, ovviamente, risponde subito. Dopo 5 minuti e 20 messaggi di convenevoli, gli dite: “Ma perché non ci vediamo per un caffè?”

Lui passerà tutta la settimana dopo il vostro invito a pensare a come vestirsi, come comportarsi: chiama a raccolta la mandria degli amici e il consiglio di tutti è sempre lo stesso: “Non farle vedere che stai ancora male per lei: dimostrati cambiato, sicuro di te, maturo…vedrai che tornerà da te, si pentirà di quello che ha fatto quella stronza!” Si hanno ragione! Decide di mettersi la camicia nuova, quella che risalta il colore dei suoi occhi (e non delle occhiaie) e i pettorali scolpiti (che si stanno a dire la verità un po’ lasciando andare, considerato che da quando lo avete lasciato non ha più rinnovato l’abbonamento in palestra). Farà le prove davanti allo specchio “Ciao, quanto tempo..” oppure “Hai avuto un’ottima idea a proporre un caffè! Ti avrei chiamato io a giorni..”, e poi alla fine opterà per un classico “Ciao!” stampandosi sulla bocca il sorriso più smagliante (e finto) che può.

Trascorrete assieme due ore piacevolissime: chiacchiererete di tutto, ricorderete i vecchi tempi e vi divertirete con lui! Eh si, perché questo nuovo “Lui” che avete di fronte si dimostra maturo, divertente, brillante…non è più il 16enne che avete conosciuto al liceo e che vi mandava i bigliettini con i cuoricini durante i compiti in classe di latino; quello che di domenica non faceva altro che controllare il risultato delle partite. Di fronte a voi c’è una persona che…..avercene di ragazzi così!
Lui dall’altra parte del tavolo si compiace di se stesso (quasi quasi si da una pacca sulla spalla da solo) è divertente, rassicurante, mai eccessivo: un vero getleman! “Mi ha fatto piacere vederti, ora devo scappare!” gli dite – “Allora buona serata, ci sentiamo!” Si congeda lui, felice e pieno di speranze!

“Sono diventato quello che Lei mi ha sempre rimproverato di non essere! Ora devo solo contare i giorni che ci metterà a tornare da me…con la coda tra le gambe, quasi supplicandomi di tornare assieme a lei! Ah ma non cedo subito, figurati! Devo farla penare almeno un po’…almeno, diciamo…un paio d’ore! Si, aspetterò a risponderle per almeno un paio d’ore: vedrò la spunta azzurra di whatsapp e io…la farò aspettare! Non troppo però, il giusto..ecco magari, anche un’oretta può bastare!” e già si sta immaginando il vostro incontro: voi che gli buttate le braccia al collo, che lo baciate con passione dicendo “Quanto mi sei mancato!”, il fine settimana a Parigi e le vacanze al mare, le uscite con gli amici e i pomeriggi d’inverno sul divano.

…e voi?! Beh voi siete sorprese e quasi confuse. Tornate a casa e fate il bilancio del pomeriggio: piacevole, divertente, il tempo è volato assieme a lui – cose che non succedevano da una vita! Un ragazzo così se lo contenderebbero tutte le vostre amiche! E vi ritroverete a pensare: “È tutto merito mio! si perché se lui adesso riesce a tirare fuori il meglio di se è grazie a me, che l’ho lasciato, fatto soffrire, ridotto a uno straccio e costretto a rialzarsi, nel miglior modo possibile! Ora è brillante, sicuro di se, allegro: addirittura più bello di prima”. Quasi vi date una pacca sulla spalla da sole!

Mentre lui controlla il telefono ogni 3 minuti in attesa di un vostro messaggio o di una chiamata, voi sorridete: potete smetterla di sentirvi una stronza che ha spezzato il cuore dell’unico ragazzo buono e sincero che avete incontrato (e che forse sia riuscito a sopportarvi). Lui sta bene, si è ripreso alla grande e voi avete raggiunto quello che volevate, avete avuto la dimostrazione che cercavate e finalmente potete archiviare questa storia in modo DEFINITIVO! Si perché l’unico motivo per cui avete tanto voluto vederlo, l’unico per cui avete deciso di rinunciare a due preziosissime ore di shopping durante il periodo dei saldi, l’unico per cui sia valsa la pena prendere la metropolitana fino a Cairoli (in mezzo alla calca e ai bambini urlanti), non era riconquistarlo o ripensare alla vostra decisione di due mesi prima, era una sola e molto più nobile: allontanare il fastidiosissimo Senso di Colpa!


Come si dice: sono punti di vista, un po’ come l’aquilone che pensa che la terra sia attaccata al filo…