A Napoli, si sa, splende
sempre il sole: la Costiera, Capri e il Vesuvio sullo sfondo. Vide 'o mare
quant'è bello! Spira tantu sentimento. Sempre si, tranne quando ci dovete
andare voi per lavoro.
Partite con il comodo aereo
delle 7.50 e alle 9 siete già in moto, in macchina con il vostro capo in
direzione Caserta. Il Vesuvio è coperto da una nebbia che solo in Pianura
Padana all’inizio di novembre, e iniziano già a scendere le prime goccioline di
pioggia: erano 60 giorni che non pioveva in Campania. “Dottò, meno male siete
arrivati Voi da Milano a portarci un poco di pioggia” e meno male si, pensate
voi, mentre vi gustate un ottimo caffè in un barettino di provincia.
Il vostro capo è già al
secondo babà e non riuscite a immaginare quanti chili riuscirà ad ingrassare in
due giorni.
Giungete a destinazione:
Caserta Centro. E proprio mentre state per scendere dalla Punto a noleggio,
squilla il telefono. Telefonata importante che non potete mancare. “Pronto?” il
vostro capo nel frattempo scende e voi gli comunicate a gesti che fuori c’è
troppo casino e preferite finire la telefonata in macchina. Tirate fuori l’agenda,
prendete appunti, siete tutte indaffarate a non perdervi neanche una parola
della conversazione, quando la vostra attenzione viene attirata dalla scena
surreale che sta avendo luogo proprio fuori dalla vostra portiera.
Un ragazzo sta richiamando
l’attenzione del vostro capo: “Dottò, dottò. Lo volete un biglietto per giocare
il lotto? Tutti numeri della smorfia napoletana. Numeri vincenti!” ha in mano
un mazzetto di biglietti per le giocate del lotto e il vostro capo, non
particolarmente interessato all’articolo, scuotendo la testa con educazione, si
limita a dire: “No grazie, siamo qui per lavoro”.
I napoletani si sa, sono
molto superstiziosi, e la smorfia è stata scritta assieme alle tavole dei 10
comandamenti: il ragazzo con i numeri è molto risentito e non si arrende. Si gioca
l’ultima carta: invoca il malocchio. Al motto di: “L'uocchie sicche so’ peggio
d’e scuppettate” [ndr “Il malocchio è peggio dei colpi di fucili] tira fuori
dalla sua borsa una confezione di sale grosso e inizia a lanciarlo a manciate,
come se nevicasse, addosso al vostro capo. Nonostante il milanese imbruttito
che è in lui voglia rispondere all’onta napoletana con un bel “ma va a ciapà i
ratt!”, continuando a scuotere la testa, rimane impassibile e immobile mentre
in mezzo alla strada viene investito da mezzo chilo di sale.
“Dottoressa, è ancora lì?”
la persona dall’altra parte del telefono richiama la vostra attenzione. A stento
trattenete le risate e vi congedate. Scenderete dalla macchina solo dopo esservi
assicurate che il ragazzo con tutti i suoi biglietti si sia allontanato: è già
sufficiente che uno dei due sia stato sottoposto al rito per scacciare il
malocchio.
“Ma quanto ci hai messo? Ero
qui fuori ad aspettarti…” vi dice lui quando aprite la portiera, al limite tra
l’arrabbiato e l’incredulo. Non potete far finta di non aver assistito alla scena
surreale di pochi minuti prima: “Beh ma mi sembravi in ottima compagnia….e se
quello fosse stato il biglietto vincente?! Te lo sei fatto spaccare…”
Vi guarda stizzito: “Tiziana,
ma va a ciapà i ratt!” ecco…se l’era tenuto per voi!