“Sei mai stata
a Lerici?” è così che decidete, voi e la vostra amica omonima, di partire per l’ultimo
week end di agosto, prima del doloroso rientro in città. Prima ancora che
abbiate avuto modo di finire la frase, lei ha già prenotato un Airbnb vicino al
porto: “Comodo per il mare e per la sera”. Non che Lerici sia nota per la folle
vita notturna, ma “Non si sa mai – vi dice lei – un aperitivo sulla spiaggia
non l’hanno mai negato nessuno”. E così partite!
Giornata di
sole e caldo che non si sentiva dal ’98: nel Golfo dei Poeti non tira un filo d’aria,
tanto che verso metà pomeriggio - quando voi siete già al sesto bagno della
giornata - iniziate a pensare che la vostra amica, immobile sotto al sole,
abbia ormai smesso di respirare. Avete cercato di attirare l’attenzione del
bagnino (giovane a molto abbronzato) per captare se ci sia in previsione un
aperitivo sulla spiaggia, come avevate immaginato prima della partenza…senza
considerare che non siete a Mikonos.
È solo verso
le 18 che, non sentendo il volume della musica alzarsi e non vedendo comparire
moscowe mule ghiacciati sotto gli ombrelloni che vi circondano: “Amica, andiamo
verso il porto. Sai mai che tiri un alito di vento…”.
Sedute fronte
porto al Bar Corona - uno di quelli con le sedie da regista in legno blu, tovaglie
scozzesi e cime da ormeggio appese al canopee – ordinate due aperitivi e
osservate lo struscio locale, che verso le 19 ha raggiunto lo stesso flusso di
Corso Vittorio Emanuele in un sabato di saldi. Di passaggio anche un corteo
nuziale, che attira la vostra attenzione e da sfogo ai vostri più coloriti commenti.
Al tavolino a
sinistra sorseggiano un crodino e due bicchieri di vino, due uomini e una
donna, tutti di età compresa tra i 78 e gli 83 anni, che notate immediatamente
per l’eleganza d’altri tempi: camicie di lino bianco e fili di perle - quasi da
aspettarsi che la quarta sedia vuota sia stata riservata a Poirot.
Si alzano
prima di voi e uno di loro si avvicina con voce bassa, quando la signora e l’amico
si sono allontanati, dicendovi “Signorine, perdonate il disturbo. Mi sono permesso
di offrirvi quello che state bevendo. Mi avete colpito per la freschezza e i
modi educati. Continuate così, e scusate l’interruzione”. Il Signor Gigi – così si chiama - vi lascia sconcertate, tant’è che sull’istante siete senza parole e sorprese. Non sapete come ringraziarlo, e ammettete che è il gesto più galante che uno sconosciuto (o forse anche non sconosciuto, diverso da vostro padre) abbia fatto nei vostri confronti.
“Che classe, e
che eleganza!” “Certo, ha aspettato che la moglie si allontanasse..ma dove lo
trovi uno così” “Io li avevo notati subito, appena ci siamo sedute”. Vi ritrovate
a commentare con la coppia sulla 50ina alla vostra destra “Eh si, non ci sono
più i signori di una volta. Questa galanteria i ragazzi di oggi non sanno
neanche dove sta di casa”.
“Possiamo sperare
che le persone come Gigi, trasmettano tanta educazione e galanteria a figli e
nipoti…” Non fate in tempo a finire la frase che Gigi e gli altri vengono
sostituiti da una coppia sulla 20ina. Lui con un tatuaggio tribale da rotula a
caviglia e con anello al naso, lei con mini-bikini fucsia e copricostume in
rete coordinato, che masticando rumorosamente un chewingum, richiamano l’attenzione
del cameriere con suoni gutturali. In meno di 2 minuti la visione di Poirot sul
ponte della nave da crociera di Assassinio sul Nilo, ha lasciato posto a
Rovazzi e Fedez sul trattore in tangenziale.
Sconsolate e
perplesse, vi scambiate uno sguardo di complicità con i vostri vicini: “..dopo tutto,
la speranza è l’ultima a morire…”.