"Dobbiamo
guardarlo tutto l'immobile, in ogni sua parte e prospettiva. Anche sul retro:
dobbiamo calarci nel contesto." Eh già, il vostro capo ha ragione. Ma quando
vi girate per tornare indietro, il cancello da cui siete entrati è chiuso. Vi
guardate intorno: non ci sono pulsanti per aprirlo dall'interno, solo una
chiave. Che ovviamente voi non avete. E non ci sono porte sul retro. Guardate
il vostro capo "siamo chiusi dentro" "ma no, non è possibile!
Ora troviamo una soluzione. Guarda là se c'è una porta. O un pulsante per
uscire" ma voi avete già guardato...
Non
vi rimane che chiedere a quel cinese, che sta scaricando da un furgone pacchi
di dubbia provenienza, mentre quello di fianco a lui alle 10 di mattina sta
mangiando una zuppa di noodles.
Vi
avvicinate e il vostro capo chiede "Mi scusi, ha la chiave del
cancello?" Ovviamente non parlano in italiano, non capiscono la domanda ma
è chiaro che siamo rimasti chiusi dentro. Il vostro capo inizia a gesticolare
scandendo le parole e questi due, impietositi, vi fanno cenno di seguirli. Vi
ritrovate sul retro di un supermercato cinese, nella periferia di Prato. E
iniziate a chiedervi, guardandovi in giro, se mai uscirete da lì. E così vi
fanno uscire dalla porta principale, quella sulla strada. Unici in
controcorrente rispetto al flusso normale della clientela.
Ripartite
alla volta di Livorno, per un tour toscano di tutto rispetto. State
controllando le email della mattina quando, arrivando all'ingresso
dell'autostrada "Da che parte vado secondo te? Ma io vado a destra" è
il vostro capo davanti al bivio Livorno (sinistra) - Genova (DESTRA). Rimante
inermi per quei due secondi ormai fatali, perché quando riuscite a dire "Io
avrei seguito per Livorno", avete già imboccato l'autostrada in direzione
opposta e lui sul sedile di fianco al vostro sta imprecando. Continuerà ad
imprecare quando scoprirà che l'uscita più vicina per fare inversione è a 15km.
“Mi sono distratto un attimo…” Il vostro planning perfetto inizia a vacillare:
a Livorno vi stanno aspettando il direttore di una banca, un direttore lavori e
un agente immobiliare. E sapete già che farete nella migliore delle ipotesi 30
minuti di ritardo.
Arrivate
di corsa e affannati, ma li trovate ancora tutti lì, ad aspettarvi. Non contentissimi
di vedervi..per lo meno non quanto ve lo sareste aspettate voi. Per guadagnare
tempo fate la riunione sull’ascensore di cantiere, mentre vi portano in
copertura (6 piano) per farvi vedere il gruppo frigo ormai in disuso. “Scusate,
mi stanno chiamando da Doha. Sali tu intanto, io vi raggiungo dopo, nel caso..”.
È
quel “nel caso” che vi fa capire che siete appena state lasciate da sole, su
uno scalcagnato ascensore di cantiere, con il direttore lavori e due operari
arrabbiati perché avete fato 30 minuti di ritardo e finché non decidete cosa
fare del gruppo frigo, non posso continuare i lavori sulla copertura.
Scendete
incredibilmente illese e ripartite di corsa. Dovete riconsegnare la macchina
presa a noleggio e prendere un treno da Firenze che vi riporti a Milano.
"Dobbiamo posticipare i biglietti del treno, non lo prenderemo mai: parte
fra mezz'ora" gli dite. E vi attivate per chiamare le ferrovie, sperando
che ci sia un mezzo che arrivi a Milano prima di mezzanotte.
E
intanto, dopo un'estenuante attesa al call center, mentre pensate che se almeno
vi foste risparmiati i 30km in più in direzione Genova voi sareste riuscite ad
andare a quella festa ai Chiostri di Santa Barnaba, il vostro capo di fianco a
voi sospirando dice "mi spiace per il ritardo, ma dopo tutto lo sapevamo:
abbiamo perso troppo tempo a pranzo..."
#puntidivista