lunedì 12 ottobre 2015

Chi un'ha cervello, abbi gambe (o ruote)

"Dobbiamo guardarlo tutto l'immobile, in ogni sua parte e prospettiva. Anche sul retro: dobbiamo calarci nel contesto." Eh già, il vostro capo ha ragione. Ma quando vi girate per tornare indietro, il cancello da cui siete entrati è chiuso. Vi guardate intorno: non ci sono pulsanti per aprirlo dall'interno, solo una chiave. Che ovviamente voi non avete. E non ci sono porte sul retro. Guardate il vostro capo "siamo chiusi dentro" "ma no, non è possibile! Ora troviamo una soluzione. Guarda là se c'è una porta. O un pulsante per uscire" ma voi avete già guardato...
Non vi rimane che chiedere a quel cinese, che sta scaricando da un furgone pacchi di dubbia provenienza, mentre quello di fianco a lui alle 10 di mattina sta mangiando una zuppa di noodles.
Vi avvicinate e il vostro capo chiede "Mi scusi, ha la chiave del cancello?" Ovviamente non parlano in italiano, non capiscono la domanda ma è chiaro che siamo rimasti chiusi dentro. Il vostro capo inizia a gesticolare scandendo le parole e questi due, impietositi, vi fanno cenno di seguirli. Vi ritrovate sul retro di un supermercato cinese, nella periferia di Prato. E iniziate a chiedervi, guardandovi in giro, se mai uscirete da lì. E così vi fanno uscire dalla porta principale, quella sulla strada. Unici in controcorrente rispetto al flusso normale della clientela.
Ripartite alla volta di Livorno, per un tour toscano di tutto rispetto. State controllando le email della mattina quando, arrivando all'ingresso dell'autostrada "Da che parte vado secondo te? Ma io vado a destra" è il vostro capo davanti al bivio Livorno (sinistra) - Genova (DESTRA). Rimante inermi per quei due secondi ormai fatali, perché quando riuscite a dire "Io avrei seguito per Livorno", avete già imboccato l'autostrada in direzione opposta e lui sul sedile di fianco al vostro sta imprecando. Continuerà ad imprecare quando scoprirà che l'uscita più vicina per fare inversione è a 15km. “Mi sono distratto un attimo…” Il vostro planning perfetto inizia a vacillare: a Livorno vi stanno aspettando il direttore di una banca, un direttore lavori e un agente immobiliare. E sapete già che farete nella migliore delle ipotesi 30 minuti di ritardo.
Arrivate di corsa e affannati, ma li trovate ancora tutti lì, ad aspettarvi. Non contentissimi di vedervi..per lo meno non quanto ve lo sareste aspettate voi. Per guadagnare tempo fate la riunione sull’ascensore di cantiere, mentre vi portano in copertura (6 piano) per farvi vedere il gruppo frigo ormai in disuso. “Scusate, mi stanno chiamando da Doha. Sali tu intanto, io vi raggiungo dopo, nel caso..”.
È quel “nel caso” che vi fa capire che siete appena state lasciate da sole, su uno scalcagnato ascensore di cantiere, con il direttore lavori e due operari arrabbiati perché avete fato 30 minuti di ritardo e finché non decidete cosa fare del gruppo frigo, non posso continuare i lavori sulla copertura.
Scendete incredibilmente illese e ripartite di corsa. Dovete riconsegnare la macchina presa a noleggio e prendere un treno da Firenze che vi riporti a Milano. "Dobbiamo posticipare i biglietti del treno, non lo prenderemo mai: parte fra mezz'ora" gli dite. E vi attivate per chiamare le ferrovie, sperando che ci sia un mezzo che arrivi a Milano prima di mezzanotte.
E intanto, dopo un'estenuante attesa al call center, mentre pensate che se almeno vi foste risparmiati i 30km in più in direzione Genova voi sareste riuscite ad andare a quella festa ai Chiostri di Santa Barnaba, il vostro capo di fianco a voi sospirando dice "mi spiace per il ritardo, ma dopo tutto lo sapevamo: abbiamo perso troppo tempo a pranzo..."
#puntidivista